Niente su di noi senza di noi!
Breve storia dell'iniziativa per l’inclusione.
Nel suo libro biografico “Wir müssen reden” (“Dobbiamo parlare”), che Islam Alijaj ha scritto insieme a Christine Loriol nel 2023, ci racconta gli inizi dell'iniziativa per l’inclusione: come un sentimento si è trasformato in un'idea che ha ispirato sempre più persone con e senza disabilità, ha ottenuto il sostegno di organizzazioni e ora sta entrando in dirittura d'arrivo come iniziativa popolare.
Con il completamento della raccolta firme è stata ragginta un’importante tappa che abbiamo festeggiato insieme a Berna il 5 settembre 2024. Questo sapendo che la fase parlamentare sarà seguita da un'altra maratona che durerà diversi anni.
Il movimento per una Svizzera inclusiva ha ancora qualche ostacolo da superare. È bene ricordare gli inizi, soprattutto nei momenti difficili che probabilmente verranno. Essi dimostrano quanta strada abbiamo fatto insieme con lungimiranza, coraggio e determinazione.
Riportiamo qui di seguito un estratto tradotto in italiano del capitolo “Nichts über uns ohne uns” (“Nulla su di noi senza di noi”), in cui Islam Alijaj spiega come l'iniziativa per l’inclusione abbia preso vita e sia diventata un movimento politico.
(Tradotto dal tedesco)
Serve un “big bang”
Come spesso accade, tutto è iniziato con una sensazione. Ogni anno partecipo alla conferenza “I diritti delle persone con disabilità”, coorganizzata dal professore di diritto costituzionale Markus Schefer. È l'unica persona in Svizzera specializzata nei diritti fondamentali e umani delle persone con disabilità da una prospettiva giuridica. Schefer afferma che questo settore del diritto non esisteva prima e che c'è un grande bisogno di azione: “È urgente. E voi potete fare la differenza”. Schefer ha redatto leggi sull'uguaglianza delle persone con disabilità ed è membro della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (CDPD) dele Nazioni Unite.
Ho partecipato alla conferenza di Basilea, ogni anno con crescente interesse. E ogni anno ho avuto la sensazione che ci volesse un grande colpo per sciogliere il nodo e portare l'inclusione all'attenzione del grande pubblico in modo diverso. Questa “sensazione” è diventata più urgente di anno in anno. Quando Pascale Bruderer, allora membro del Consiglio degli Stati PS, è diventata presidente di Inclusion Handicap, ho capito che era la mia occasione. Ho potuto partecipare al gruppo di lavoro per il “rapporto ombra”, che è stato presentato nel 2017, mentre ero ancora presidente di selbstbestimmung.ch. E ancora una volta è cresciuta la sensazione che avessimo bisogno di un grande impatto.
Nel 2015, l'organizzazione ombrello agile.ch e l'organizzazione di auto-aiuto Procap hanno presentato la petizione “Partecipazione politica di persone con andicap”. Nell'ottobre 2017, la Commissione per la sicurezza sociale e della sanità del Consiglio degli Stati ha ascoltato le organizzazioni delle persone con diasbilità. Pascale Bruderer mi ha invitato a parlare. È stata un'esperienza! Io, il piccolo islam con paralisi cerebrale e un passato migratorio, presso il Consiglio degli Stati!
Alla fine, la commissione ha chiesto al Consiglio degli Stati di respingere la petizione. Nel suo rapporto, la commissione ha scritto di non voler “sminuire l'importanza delle preoccupazioni”, ma di aver respinto la petizione “poiché al momento non vede la necessità di un'azione legislativa”. Lo sapevo: tramite questa via puoi dimenticartene.
La scintilla si accende nel giorno della sconfitta
La sensazione di big bang cominciò a tormentarmi. In quel periodo ho letto sempre di più su Daniel Graf e WeCollect. La piattaforma per la democrazia diretta è nata nel 2015 ed è diventata ogni anno più grande e importante, lanciando referendum e riuscendo persino a farli votare.
Nel 2018 si arrivò alla votazione del referendum contro la base legale per la sorveglianza degli assicurati (“spie assicurative”), lanciato dall’'avvocato Philip Stolkin, dalla scrittrice Sibylle Berg e dall'attivista Dimitri Rougy. 11’000 persone hanno promesso, tramite la piattaforma online WeCollect, di impegnarsi a sostegno del referendum, e dopo 62 giorni ben oltre 60’000 firme sono state raccolte. Così sono state presentate 55’421 firme valide. Daniel Graf, membro del comitato referendario, ha dichiarato al settimanale “WOZ”: “Abbiamo raggiunto molte persone che non avevano mai raccolto firme prima”. E la “WOZ” ha concluso: “Così la Crowd dall’internet ha dimostrato il suo valore anche per le strade”. È stato fantastico.
Conoscevo Daniel Graf solo dai media, ma mi era chiaro che se volevo portare il tema della disabilità nel mainstream, avevo bisogno di persone come lui. Per questo motivo mi sono recato a Berna con tutta la mia famiglia la domenica delle votazioni del novembre 2018. Lì, il comitato referendario ci ha invitato a prendere un caffè e una torta per festeggiare insieme i risultati. Il fatto che il referendum si sia tenuto è stato considerato un successo, sebbene il 64,7% dei voti espressi furono a favore, che le assicurazioni sociali continuassero a sorvegliare i propri assicurati in caso di sospetto.
Dunque ci siamo conosciuti nel giorno di una sconfitta. Eppure è stato proprio lì che si è accesa la scintilla per un nuovo progetto comune. Ricordo ancora mio figlio che giocava con il figlio di Daniel, accanto a Daniel mentre teneva un discorso. Era un buon segno. Quel giorno abbiamo parlato per la prima volta dell'idea di un'iniziativa popolare da e per persone con disabilità.
L'anno successivo, Daniel Graf organizzò il primo festival della democrazia BETA a Basilea, che vide anche il lancio della Fondazione per la democrazia diretta. Mi è stata data l'opportunità di partecipare a un workshop per capire come organizzare un'iniziativa con persone con disabilità al timone. Il 13 settembre 2019, montando sul treno che mi riportava a Zurigo, avevo un piano per un'iniziativa per l’inclusione. Ma poi, per un momento, non è successo nient'altro. Sono stato assorbito dalla mia prima campagna elettorale per il Consiglio nazionale e nel 2020 arrivò il Covid.
Acrobazia davanti a Palazzo federale
Solo nella primavera 2021 ho ricontattato Daniel Graf, per consigliarli il film documentario “Handicap Disability - La favola dell'inclusione” di François Loriol. Da quel momento le cose si sono fatte rapidamente concrete. Da tempo mi era chiaro che senza WeCollect e la Fondazione per la democrazia diretta non avrei mai osato fare il botto. Daniel Graf ha cambiato le carte in tavola per me e, in ultima analisi, per tutte le persone con disabilità. Per lui è stata l'occasione di dimostrare come un gruppo di popolazione costantemente escluso possa essere coinvolto nel processo democratico diretto per cambiare le regole del gioco. Un progetto del genere prometteva una curva di apprendimento ripida per tutte le persone.
La Fondazione per la democrazia diretta ha sostenuto la nostra associazione Tatkraft fin dall'inizio nel lavoro di preparazione per l'annuncio mediatico dell'iniziativa. Il 15 settembre 2021, Giornata della Democrazia, eravamo sulla Piazza federale - persone con disabilità e persone alleate - e abbiamo detto: “Ehi, anche noi persone con disabilità facciamo parte della democrazia svizzera! E lottiamo per una vita autodeterminata e una società più inclusiva. Stiamo arrivando con un'iniziativa per l’inclusione!”
Nasce una potente alleanza
L’organizzazione nazionale Inclusion Handicap si è subito rivolta a noi, in particolare a Caroline Hess-Klein, chiedendoci se volevamo riunirci e cosa avremmo inserito esattamente in un articolo costituzionale. Ci siamo riuniti e abbiamo deciso di creare un gruppo di lavoro per redigere il testo dell'iniziativa. È stato un colpo di fortuna che il professor Schefer, che era stato coinvolto nello scambio fin dall'inizio, fosse disposto a scrivere il testo dell'iniziativa. In questo modo nessuno avrebbe potuto dire che il testo dell'iniziativa non fosse ben fondato e ponderato.
Abbiamo redatto un catalogo di desideri per il testo. In un processo di consultazione partecipativo complesso e molto importante abbiamo inviato la prima bozza a persone con disabilità, alle organizzazioni e a tutte le parti interessate che volevano esprimere il loro parere. Abbiamo potuto organizzare questo processo partecipativo solo grazie al sostegno di Pro Infirmis. Grazie a questa consultazione, la bozza del professor Schefer è diventata più concisa e ha ottenuto il consenso del movimento delle persone con disabilità.
Oggi possiamo affermare con orgoglio che non si tratta di un testo uscito da una stanza segreta, ma che è un testo di un ampio gruppo di persone con disabilità e alleati. Lo abbiamo presentato alla Cancelleria federale nel dicembre 2022. Un sentimento è diventato un'alleanza.
Nel giro di un anno, altre organizzazioni hanno deciso di sostenere l'iniziativa per l’inclusione: le due organizzazioni mantello nazionali agile.ch e Inclusion Handicap con le loro organizzazioni affiliate. Per noi era importante averli a bordo fin dall'inizio. Entrambe le organizzazioni mantello nazionali meritano elogi, per il fatto che si siano messe in gioco nel nostro avventuroso progetto e che fin dall’inizio abbiano contribuito con tante competenze. In seguito anche l'organizzazione per i diritti umani Amnesty International, si è unita a noi come promotrice dell’iniziativa, e questo per la prima volta.
Prima dell'inizio
Il 2023 è l'anno di avvio della raccolta firme. Vogliamo assolutamente organizzare giornate di raccolta inclusive. In altre parole, stiamo cercando di fornire servizi di assistenza per la raccolta delle firme, organizzare corsi di formazione e preparare documenti in modo che il maggior numero possibile di persone con disabilità possa partecipare e raccogliere le firme in maniera autonoma.
Vogliamo essere un esempio di ciò che rivendichiamo. Anche durante la fase di raccolta firme. E poi mi piacerebbe vedere una volta come nell’”Arena” (programma televisivo delle televisione svizzera tedesca SRF) personalità politiche dei movimenti borghesi dicano alle persone con disabilità presenti che loro sono dei “costi”... Probabilmente non lo farebbero. Ecco perché è così importante e cruciale che ci impegniamo in prima persona nell'iniziativa, in queanto attivisti/e, lobbisti/e e Campaigner. Ogni persona e organizzazione a modo suo e nell'ambito delle proprie possibilità, con il nostro sostegno.
Estratto dal libro di Islam Alijaj e Christine Loriol: “Wir müssen reden: Ein biografisches Manifest” (“Dobbiamo parlare: Un manifesto biografico”), Limmatverlag, 2023.
https://www.limmatverlag.ch/programm/titel/941-wir-muessen-reden.html (in tedesco)